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"Sarà il nuovo Messi", oppure "Sarà il nuovo Ronaldo": quante volte ci è capitato di sentire frasi di questo genere? Non appena un giovane calciatore si mette in luce in una partita, o nel corso di una stagione, le prospettive su di lui aumentano a dismisura: e spesso, queste finiscono per essere tradite. Non necessariamente perchè il ragazzo non abbia talento, ma perchè la pressione posta sulle sue spalle rischia di diventare ingestibile per un giovanissimo. Ne sa qualcosa Federico Macheda, attaccante romano classe 1991 che forse più di tutti ha dovuto reggere il peso di dover diventare un futuro pallone d'oro.

Eppure, Macheda di talento ne aveva eccome. A soli 10 anni, nel 2001, inizia a giocare nelle giovanili della sua squadra del cuore, la Lazio: e nonostante la giovanissima età, nel corso degli anni successivi ebbe modo di farsi vedere, tanto che nel 2007 lo stesso presidente del club, Claudio Lotito, gli promise un contratto non appena avrebbe compiuto i 16 anni di età. Ma ciò non accadde. Già, perchè nello stesso anno il Manchester United di Sir Alex Ferguson acquistò il ragazzo, proponendogli per primo un contratto da professionista. Questo episodio scatenò diverse polemiche, con i dirigenti del club biancoceleste che puntarono il dito verso le restrittive regole italiane e lo sfruttamento di queste da parte dei club esteri. Ma questa è un'altra storia: Macheda è ora un giocatore dei Red Devils, e dopo un ultimo anno di formazione nelle giovanili del club inglese, nella stagione 08/09 è finalmente pronto all'esordio con i grandi.

Membro stabile della seconda squadra del club (allora allenata da un certo Ole Gunnar Solskjaer), nel finale di stagione Macheda esordisce nel migliore dei modi: Ferguson gli concede qualche minuto in Manchester United-Aston Villa, ferma sul 2-2, e l'allora diciassettenne segna il gol partita nei minuti di recupero. La sua ottima prestazione lo porta prima ad essere convocato in Champions League, e poi a subentrare nel match di campionato successivo, contro il Sunderland. E la storia sembra ripetersi: poco dopo il suo ingresso, Macheda segna il gol del definitivo 1-2. Avrà poi modo, poco più tardi, di esordire nell'11 titolare dei Red Devils, in FA Cup.

Ferguson pregusta un altro colpaccio alla Cristiano Ronaldo, arrivato poco più che 18enne a Manchester e diventato, nel giro di pochi anni, pilastro inamovibile della squadra. Macheda sembra avere le carte in regola per essere il prossimo crack del mondo del calcio: lo stesso Ronaldo lo addita come futuro campione. Questa prima stagione si conclude così con 4 presenze e 2 reti, e Macheda diventa ufficialmente membro della prima squadra dei Red Devils. La stagione successiva, Macheda collezione 8 presenze totali, tra le quali vanno annoverate le 2 presenze da titolare in Champions League, e mette a segno 1 gol in campionato, nella sconfitta per 1-2 contro il Chelsea.

La convivenza con colossi del calibro di Rooney, Owen e Van Persie limitano molto le opportunità del giovane italiano, che nella stagione 10/11 vive ancora di stenti e collezione solamente 12 presenze, condite da 1 altro gol: per questo, nel gennaio 2011, Macheda viene girato in prestito alla Sampdoria. Il finale di stagione con i blucerchiati è però tutt'altro che memorabile: 1 gol, messo a segno in Coppa Italia, in 16 presenze totali, che non aiutano la Samp ad evitare la retrocessione. Rientrato alla casa base, nel corso della stagione 11/12 il copione sembra non cambiare: Macheda gioca poco, perlopiù da subentrato e negli incontri di coppa. A gennaio parte nuovamente in prestito, sponda QPR, ma anche lì Macheda gioca con il contagocce. 6 presenze e 0 gol segnati. E la stessa scena si ripete nuovamente l'anno dopo: prima parte di stagione da non pervenuto, girato in prestito per la seconda parte di stagione, questa volta allo Stoccarda, e 0 gol segnati nel corso dell'annata.

Le aspettative intorno all'attaccante romano sembrano crollare: lo United lo spedisce in prestito senza pensarci ai Doncaster Rovers nella sessione di mercato estiva del 2013. 15 presenze e 3 gol per Macheda, che a gennaio cambia nuovamente casacca e termina la stagione in prestito al Birmingham, dove sembra rinascere: 10 gol in 18 presenze, un chiaro messaggio alla casa base di Manchester. Ma ormai in casa United non credono più in lui: e per questo, nell'estate 2014 Macheda lascia Manchester per diventare un nuovo giocatore del Cardiff City. Dopo una buona prima stagione, che lo vede metter a segno 8 reti in 25 presenze, Macheda stenta a giocare a causa di continui problemi fisici nel corso della stagione 2015/16. 6 presenze e un nuovo prestito, al Nottingham Forest, con il quale colleziona altre 3 presenze. Rescisso il contratto con il Cardiff dopo soli 2 anni, Macheda ritorna in Italia nel dicembre 2016, in serie B: firma infatti con il Novara, club con cui Macheda collezionerà 50 presenze e 11 gol in poco più di un anno e mezzo. Svincolatosi nuovamente, l'attaccante romano approda in Grecia, terra che, al momento, è l'ultima del suo percorso. Con la maglia del Panathinaikos Macheda ha già messo a segno 30 reti dal 2018 ad oggi, e la sua carriera, a 29 anni, sembra essersi improvvisamente rivitalizzata.

Un finale tutto sommato felice quello di questa lunga e travagliata carriera, ma che lascia parecchio amaro in bocca a pensare a cosa sarebbe potuto succedere se Federico Macheda avesse avuto maggiori possibilità. L'attaccante romano ora sta segnando a raffica, e diverse società in giro per l'Europa hanno messo gli occhi su quello che doveva essere il "nuovo Cristiano Ronaldo": forse il viaggio di Macheda per l'Europa non è ancora finito. Ma comunque vada, ciò che a Macheda non potrà mai essere tolto è il sorriso e l'onore di aver condiviso lo spogliatoio con alcuni dei più grandi giocatori del nuovo millennio.

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