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Storie di Primavera

La maledizione che perseguita le Aquile

E' il 1° maggio 1962. Il Benfica di Eusebio allenato da Béla Guttmann è la squadra più forte del mondo per distacco, ha vinto due Coppe Campioni di fila nel 1961 e nel 1962, ma è reduce da una pesante sconfitta in Coppa Intercontinentale contro gli uruguagi del Peñarol. Si consuma, così, un divorzio inaspettato tra l'allenatore che aveva messo le Aquile nella cartina geografica del calcio dopo il Real Madrid di Alfredo Di Stefano e la società lusitana. Guttmann proprio non ci sta e pronuncia parole che rilette al giorno d'oggi fanno venire i brividi: "Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà per due volte (consecutive) Campione d'Europa e senza di me il Benfica non vincerà mai una Coppa dei Campioni". Guttmann poi lascerà Lisbona per allenare proprio il Peñarol, ma la grande storia d'amore tra le parti lascia degli strascichi che, tra mito e realtà, continuano a perseguitare il Benfica. Già, perché la squadra più titolata del Portogallo perderà di lì in poi ben 11 finali europee, 8 con la prima squadra e 3 in Youth League. Sarà la squadra allenata da Luìs Castro, ben 60 anni dopo, a spezzare la maledizione trionfando nelle final fuor di Nyon tra venerdì e lunedì? I precedenti, per il Benfica, non sono incoraggianti.

Le tre finali perse

Il curriculum del Benfica nella massima competizione europea giovanile è a dir poco invidiabile: nella gara contro la Juventus, i lusitani raggiungeranno il Real Madrid (grande avversario di Gutmann negli anni ‘60) come la squadra con più gare disputate in Youth League, ben 69. La chance di scavalcare il blancos in caso di raggiungimento della finalissima definisce come il Benfica sia da sempre uno dei settori giovanili più floridi al mondo, nonché la squadra che nel 21^ secolo ha totalizzato più ricavi a livello europeo dalle cessioni dei giocatori provenienti dal settore giovanile, con quasi 400 milioni guadagnati dal 2015 ad oggi. Stona, dunque, vedere la bacheca vuota anche per l'U19 nelle competizioni internazionali. Eppure le occasioni ci sono state eccome in Youth League, a partire dal 2014, nell'anno della prima edizione della competizione UEFA riservata ai giovani: dopo una spettacolare semifinale vinta per 4-0 contro (ironia della sorte) il Real Madrid, i ragazzi di Joao Tralhao cadono sui colpi del Barcellona di Munir e Adama Traorè nella finale del “Colvray Stadium” per 3-0. Una sconfitta che sa di incubo per i tifosi delle Aquile, che sfocia in terrore sportivo vero e proprio nel 2017: non basta il gol di Josè Gomes (oggi in forza al Seregno nella nostra Serie C) per battere il Red Bull Salzsburg in finale, con gli austriaci vittoriosi grazie ai gol di Schmidt e Patson Daka, oggi nel Leicester City in Premier League. Si arriva, dunque, al 2020, dove il Benfica si arrende al Real Madrid, battuto tre anni prima in semifinale: nell'edizione delle finals allargate di Nyon dopo la pandemia, non basta la doppietta di Gonçalo Ramos ai lusitani, che perdono 2-3 per un autogol di Jocù e i gol delle merengues realizzati da Gutierrez e Pablo Delgado Blanco (attualmente a caccia della promozione in Serie A con il Lecce). Corsi e ricorsi storici che lasciano delle ombre in vista della gara contro la Juventus, nonostante la semifinale non sembri il blocco vero e proprio dei portoghesi sfogliando i libri di storia.

Nel luogo del delitto

Si torna al “Colvray Stadium” in quel di Nyon contro una Juventus che sta sognando ad occhi aperti grazie alla prima qualificazione alle semifinali di Youth League e un percorso storico. Non è stata da meno, a livello di prestazioni, la squadra di Luìs Castro, che dopo la sconfitta per 4-0 alla prima gara della fase a girone contro la Dynamo Kyiv ha infilato 7 vittorie di fila, le ultime due contro Midtylland e Sporting Club.2-3 in Danimarca e 0-4 in casa degli acerrimi rivali di Lisbona, per la squadra che all'alba della final fuor si presenta come la favorita per la vittoria finale (con tutti gli scongiuri del caso). D'altronde più che un U19 siamo di fronte ad un U23, poiché le giovani Aquile partecipano al campionato della Liga Revelaçao riservato anche alle seconde squadre dei massimi club portoghesi, con diversi giocatori in rosa che giocano frequentemente con il Benfica B. Sono diversi i nomi da segnarsi per il futuro: da segnalare l'ala classe 2004 Diego Moreira (doppietta contro lo Sporting e nazionale U19 portoghese da sotto età), l'altra ala Pedro Santos (2003 con 4 gol realizzati in Youth League quest'anno) e Zan Jevsenak (mediano e perno di centrocampo sloveno, anche lui del 2003). Ma la vera chicca è Cher Ndour, numero 10 classe 2004 nativo di Brescia. Lasciato andare via dall'Atalanta direzione Lisbona nel 2020, l'italo-senegalese sta facendo battere i cuori degli appassionati di calcio giovanile anche in Portogallo, grazie alle 24 presenze condite da un gol nella Liga Sabseg con il Benfica B. Sono 7, invece, le gare giocate con l'Italia U18, per uno dei giocatori più gustosi del panorama azzurro: 190 cm di tecnica e mobilità, abbinati ad inserimenti e fiuto del gol. Insomma, per la Juventus di Andrea Bonatti sarà dura eccome, ma il Benfica di Luìs Castro ha un nemico ben più ostico da sconfiggere a partire dalla gara di domani: una maledizione che perseguita uno dei club più grandi al mondo da 60 anni.

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