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Notizie che non lasciano indifferenti quella che è arrivata come un fulmine a ciel sereno in questi giorni, ovvero l'abbandono al calcio del giovanissimo Axel Campeol. Il classe 2000 con un passato nelle giovanili di Milan e Sampdoria, nell'ultima stagione in prestito al Grosseto in C ha deciso di dire basta e mollare il calcio. Ecco le sue parole a Qdpnews.it: 

"A Grosseto la stagione non era iniziata nel migliore dei modi, ero arrivato a settembre a preparazione già inoltrata quindi inizialmente avevo fatto fatica a entrare in condizione, poi pian piano mi sono ritagliato uno spazio importante e da lì ho giocato quasi tutte le partite. Mi sono trovato molto bene, abbiamo chiuso la stagione in crescendo sfiorando le semifinali playoff di Serie C. Ricordo anche con piacere l’entusiasmo e la carica che ci hanno dato i tifosi fuori dallo stadio (erano quasi 4000), sono cose che non ti scordi facilmente. Motivazioni? Le ragioni sono molteplici, anche se era già da più di un anno che avevo in mente di dire basta. In primis il mondo del calcio non mi piaceva più, in Italia c’è troppa poca meritocrazia e poi non mi divertivo più come un tempo, quando non hai più le motivazioni giuste prima di scendere ad allenarti e a mettere piede in campo vuol dire che è giusto smettere. La felicità della persona viene prima di tutto. Ora voglio completare gli studi, laurearmi all’Università in Scienze Motorie sportive applicate, poi mi piacerebbe ottenere un master magari riguardo al giornalismo sportivo. Calcio giovanile? Purtroppo in Italia c’è ancora un mentalità chiusa rispetto ad altri paesi. La poca importanza che viene data ai giovani in futuro potrebbe portare a indebolire nazionale e club italiani poiché lo spazio per farli crescere è poco e tanti decidono di mollare o vengono persi per strada tra i prestiti. Ci vorrebbe un cambiamento radicale." 

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