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Storie di Primavera

E' stata una grande emozione per tutti vedere l'esordio in bianconero del centrale Koni De Winter, subentrato al minuto 80 nella sfida di Champions League contro il Chelsea. Nella giornata odierna le parole di Fabrizio Lioi, agente del difensore, ai microfoni di Juventus News 24

Ha sentito De Winter dopo l’esordio? Cosa rappresenta per lui aver collezionato questa prima presenza in prima squadra?
«Koni è molto felice. Ha lavorato tre anni e mezzo dal 2018 per arrivare a questo punto. Alla Juve è arrivato da giocatore e da tifoso, perché è la squadra che ha sempre tifato fin da bambino. Arrivare in prima squadra per lui è il massimo. Lui, comunque, è una persona molto equilibrata, quindi sa di aver giocato questa partita ma sta già pensando alla prossima».

C’è qualche giocatore in particolare che lo ha aiutato nell’inserimento in prima squadra? Qualcuno che gli ha dato particolari consigli?
«Koni si trova bene con tutti. Parla con De Ligt, perché parlano la stessa lingua e ricoprono lo stesso ruolo. Lui è tranquillo con tutti, è alla Juve da tre anni, si è integrato a Torino che è diventata casa sua».

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In cosa lo ha visto più cresciuto in questi anni? È passato da centrocampista a difensore centrale, venendo impiegato anche da terzino…
«De Winter è arrivato da difensore centrale: in Belgio faceva questo ruolo. In Italia, la scuola di difensori italiana, fa cose diverse rispetto al Belgio. Arrivato in Under 17, si è trovato in una squadra forte, con due centrali Nazionali. Visto che Koni tatticamente è intelligente, ha giocato da terzino destro quella stagione. Non è il suo ruolo preferito, però lo fa bene e infatti è il ruolo in cui ha esordito anche in prima squadra. Ha giocato un campionato intero, andando a vincere anche l’Ajax Future Cup ad Amsterdam. Al primo anno di Primavera, anche perché lui voleva giocare e c’erano due difensori Nazionali, lo hanno spostato a centrocampo, ed è stato importante perché gli ha fatto capire alcuni concetti. Ha fatto tanta panchina, ha giocato partite buone e altre meno buone, ma è cresciuto moltissimo a livello mentale. Lo scorso anno la Juve ha puntato su di lui in Primavera, e quello lo ha aiutato nel salto a livello psicologico di cui aveva bisogno. Koni lo conosco da quando aveva 15 anni: era un bambino molto allegro, positivo, e in questo momento ha tutte quelle qualità ma non è più un bambino. Il lavoro più delicato per noi è stato quello di dargli un supporto per diventare un uomo: fare quel percorso, sbagliare delle cose, per capire come doveva comportarsi. Non abbiamo avuto problemi con Koni, ma già due anni fa si vedeva che se avesse compiuto un salto mentale, sarebbe diventato super».

Fin dal pre-campionato, Allegri ha sempre speso parole importanti nei suoi confronti. Qual è il rapporto di Koni con il mister?
«Lo staff e Allegri lo vedono molto bene: è uno dei giocatori che piace maggiormente, che ha prospettiva e tantissime potenzialità. La Juventus lo vede come uno di quei calciatori che in futuro potrebbe diventare titolare fisso della squadra. Ha molto da lavorare, ma è tra quelli sul quale il club vorrà puntare».

 

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