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Vendetta mancata, un altro pareggio tra Juventus e Benfica. Un punto a testa che fa comodo più ai bianconeri che ai lusitani per come si era messa la gara, ma i meriti sul piano del gioco e sul livello tecnico visto in campo confermano l'1-1 come risultato legittimo.

JUVENTUS-BENFICA 1-1, LA CRONACA DEL MATCH

Due categorie diverse

Eppure, la differenza sulla carta tra le due squadre sembrava netta leggendo le formazioni: Benfica con gli assi Diego Moreira e Luis Semedo in attacco, N'Dour a centrocampo e Joao Tomè sulla fascia destra. Tutti i big o quasi a disposizione, in un 11 titolare zeppo di prospetti della seconda squadra delle Aguilas e non della U19. Montero, invece, fa la conta degli indisponibili e deve rinunciare Citi e Doratiotto, mandando in campo una formazione senza titolari della scorsa stagione, con 5 classe 2005 dal 1'. Entrambe le squadre approdavano alla sfida a secco dopo il primo match di Youth League, ma il Benfica è caduto al cospetto del Maccabi Haifa in una gara dove ha calciato 10 volte nello specchio della porta senza trovare il gol. Umori diversi, stesse necessità.

Dove l'ho già vista?

La gara inizia con un Benfica in pressione costante e una Juventus che accetta il ritmo degli avversari senza concedere grosse chance, poi i bianconeri si mettono in moto e non escono più dal match. In pochi secondi cambia tutto: l'impulso offensivo della Vecchia Signora culmina con un cross al bacio di Rouhi che Turco gira di testa sul palo in area piccola, ma la ripartenza dei lusitani taglia le gambe alla Juve. Scaglia esce e colpisce Precatado fuori dall'area da ultimo uomo, facendosi, inevitabilmente, espellere. Sembra iniziare una partita in salita assoluta per i ragazzi di Montero che, invece, accettano lo svantaggio numerico e tirano fuori l'orgoglio e la tecnica: Yildiz combina con Hasa e Turco spostandosi sulla trequarti in continuazione, gli smarcamenti e l'impostazione dal basso della Juventus ingarbugliano le mosse del Benfica, in visibile calo dopo i primi minuti. Ma l'espulsione del portiere per un'uscita errata non è un tema nuovo per Juventus-Benfica di Youth League: nella celeberrima semifinale dell'annata passata Soares travolse Mbangula al 37' sul risultato di 0-2 per i portoghesi con un intervento stile kung-fu e al suo posto entrò il portiere titolare di oggi del Benfica, Andre Gomes.

Dalle ceneri

Secondo fattaccio: al 62' Luis Semedo fulmina da 30 metri il nuovo estremo difensore bianconero Daffara con un destro imprendibile e porta in vantaggio i suoi. La Juventus si trova sotto di un gol e di un uomo contro i campioni del mondo U20 e d'Europa, con una formazione rimaneggiata e con la consapevolezza che un'altra sconfitta avrebbe portato concretamente la formazione di Montero al pensiero dell'eliminazione alla seconda giornata dei gironi. Ci si attende un crollo della Vecchia Signora a Vinovo, che non accade. Maressa e Mancini forniscono le energie e le risorse giuste per sparigliare le carte, mentre Ripani e Hasa coprono tutti gli spazi possibili per le ripartenze di un Benfica versione "massimo risultato, minimo sforzo". Si vede una Juventus davvero inedita nel sistema di gioco e nelle idee proposte, ma questa volta la fortuna sorride ai bianconeri.

Tra destino, flash del passato e buona sorte

In forte trazione offensiva, Madama perde un pallone con il suo ultimi uomo, Rouhi: Dju scappa con decine di metri di campo da percorrere per chiudere la contesa, ma il subentrato di Araujo si lascia clamorosamente scappare il pallone davanti a Daffara, che ringrazia. La Juventus accoglie il segnale e si mette di nuovo a spingere, nonostante le avversità già citate. Al 92' Hasa innesca con una palla chirurgica Maressa che scappa dalla rocciosa marcatura di Joao Tomè con un controllo di coscia morbido come un batuffolo di cotone e lo stesso fa con un palleggio al volo su Hugo Faria: il lusitano lo stende, penalty inevitabile. Il rigorista Huijsen, protagonista di una prova difensiva solida, si fa ipnotizzare da Andrè Gomes (che già aveva parato i rigori a Turco e Soulè nella lotteria dei rigori della scorsa semifinale), ma la Dea bendata bacia la Juve nella respinta e Mbangula insacca. Prima del triplice fischio, però, c'è spazio per un parapiglia epico in area bianconera: Hugo Faria ha la chance di redimersi e calcia con il sinistro un rasoterra potente, Daffara si trasforma in Spider-Man e la toglie dalla riga, poi il Benfica segna a gioco fermo per una posizione di fuorigioco attivo (tema caldo per la Juventus negli ultimi giorni) di Joao Neves. Si chiude 1-1 una sfida dai contorni epici ed evocativi, dopo la sosta la Juventus affronterà per due volte il Maccabi Haifa, mentre il Benfica se la dovrà vedere con il PSG.

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