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Storie di Primavera

In una stagione calcistica diversa, per ovvi motivi, da tutte le precedenti non è cambiata, però, la presenza di belle sorprese nel nostro campionato, come ad esempio un giocatore che inaspettatamente decide la partita più importante dell'anno, oppure una lotta scudetto con continui colpi di scena, o più semplicemente (si fa per dire), quella squadra di provincia che riesce a farsi valere contro i grandi colossi, quella squadra senza nomi altisonanti in rosa che, di partita in partita, esprime bel calcio e zittisce tutti coloro che indicavano la dea fortuna come protagonista assoluta della cavalcata della compagine in questione, ecco, quest'anno quella squadra è il Sassuolo di De Zerbi. Una squadra che oltre a giocare un calcio divertente come poche volte si è visto negli ultimi anni, dimostra di avere un progetto ben definito come confermato dalla sessione di mercato estiva durante la quale la società neroverde è riuscita a trattenere alcuni nomi che avevano attirato su di sé gli occhi di numerosi club della Serie A e non solo; altra dimostrazione importante, a parer mio la più significativa, è il posizionamento del Sassuolo nel campionato Primavera, gli emiliani sono una delle sorprese di questa stagione, conferma del fatto che il progetto parta dai giovani e dalle leve inferiori, la rosa, infatti, si compone di grandi talenti tutti affidati a Bigica e staff che hanno il compito di farli crescere nel miglior modo possibile e di sfruttare a pieno le loro potenzialità. Alcuni di questi già hanno avuto l’opportunità di unirsi al gruppo della prima squadra, addirittura riuscendo a giocare spezzoni di partita come ha fatto Karamoko lo scorso 7 aprile nella partita contro l’Inter, di certo non la tipica squadra contro cui si “spreca” un cambio per far esordire un giovane; perché il Sassuolo è soprattutto mentalità, una società con idee ben definite e con il coraggio di rischiare, lo testimonia l'esplosione recente di Raspadori a cui, per le partite Sassuolo-Roma e Inter-Sassuolo, oltre il compito di sostituire una pedina importante come Caputo, è stata persino affidata la fascia di capitano rendendolo il più giovane (21 anni) delle storia del club a ricoprire questo delicato ruolo. 

Insomma, cosa sia il Sassuolo lo abbiamo capito e lo stiamo capendo, ma in questo insieme di giovani talenti che si sta facendo conoscere dal grande calcio, credo, stia rimanendo un po’ nascosto uno in particolare ed il motivo, personalmente, penso sia il ruolo che ricopre questo giocatore, il portiere, un ruolo da sempre sottovalutato e che spesso passa in secondo piano non ricevendo le giuste attenzioni, perché quando si compie una bella parata non si sente il boato che viene udito in seguito ad un gol, perché il ruolo del portiere è un ruolo delicato, un ruolo sicuramente non adatto a tutti, da bambini al campetto, all’oratorio, è addirittura una “penitenza” quella di andare a giocare in porta, ma per alcuni, invece, diventa  una vera e propria filosofia: ”difendere ad ogni costo ed in ogni modo la porta, cercare con qualsiasi parte del corpo di non far entrare il pallone nella rete”, il portiere carica su di sé un peso non da poco, perché all’errore di un attaccante qualcuno può rimediare, idem a quello di un centrocampista, ma all’errore del portiere non può rimediare nessuno, e questo potrà fare anche parate decisive nel corso del match, ma al termine della partita verrà ricordato solo per quella imprecisione, un ruolo, quindi, per chi ha il coraggio di prendersi forti responsabilità.

Tutte cose che Samuele Vitale conosce bene pur avendo solamente 18 anni, classe 2002, la sua crescita calcistica ha interamente sede in quel di Sassuolo, dove ora difende i pali della squadra Primavera, obiettivo raggiunto dopo aver compiuto tutta la trafila nelle formazioni giovanili. Vitale ha già avuto la possibilità di unirsi al gruppo della prima squadra con cui è stato già convocato due volte (purtroppo senza mai esordire), in occasione di Napoli-Sassuolo (6^giornata di campionato) e Sassuolo-Udinese (7^ giornata), convocazioni che sono il frutto di prestazioni che non sono potute passare inosservate: 6 clean sheet fino a questo momento, il migliore del campionato per questo dato, 3 rigori parati, di cui due quel 14 Marzo a Firenze dove Vitale ha eretto un vero e proprio muro davanti alla porta neroverde attirando l’attenzione di molti osservatori di club importanti su di sé e dove se non ha stabilito un record poco ci è mancato: nel secondo tempo, infatti, ha neutralizzato prima il rigore calciato nell’angolo in basso a destra da Spalluto, bomber dei viola, e solo 5 minuti dopo quello calciato nello stesso punto da Munteanu. Questa partita fa sembrare più attuale che mai una frase di Francesco Toldo, a proposito di grandi portieri italiani, che diceva “ci sono gare in cui un portiere s’incazza e decide che non ce n'è per nessuno” riferendosi a quella che probabilmente fu la più grande partita della sua carriera, la semifinale giocata contro l’Olanda all’Europeo del 2000; l’importanza e il valore delle due partite è oggettivamente diverso, certo, ma il talento e le potenzialità che Samuele Vitale ha, credo, gli permetteranno di farsi strada facendosi conoscere nel calcio che conta e se quello che Toldo dice è vero, gli auguro di arrabbiarsi molto spesso sul terreno di gioco.

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