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Storie di Primavera

Si può definire come un vero e proprio percorso trionfale quello che ha portato l'Atalanta alla conquista del titolo di campione d'Italia Primavera 1 nella stagione 2018/19. Una marcia iniziata con il piede giusto fin dalla prima giornata della fase regolare, conclusa con merito al primo posto, e proseguita nel migliore dei modi nella fase finale, fino alla vittoria conquistata nell'ultimo atto del campionato contro l'Inter. La Primavera orobica torna a vincere lo Scudetto dopo 21 anni, ripagandosi in parte dei mancati successi delle due annate precedenti quando, dopo aver chiuso il girone in prima posizione, l'Atalanta era stata eliminata dalla Fiorentina (entrambe le volte) nella fase finale. Alla guida dei giovani nerazzurri c'è Massimo Brambilla, sapiente gestore di un gruppo solido e ben assortito, in cui spiccano diverse individualità capaci di fare la differenza nei momenti clou della stagione. 

Il primo posto nella fase regolare del campionato non è praticamente mai in bilico: la Dea sprinta dai blocchi di partenza e conquista 5 vittorie consecutive, prima di subire il primo stop per mano della Roma. Segue un'altra serie di vittorie, spesso anche larghe nel punteggio, segnale evidente di una fase offensiva brillante e di una squadra che, oltre ad esprimere un bel gioco, sa essere anche molto efficace. Al termine del girone d'andata i nerazzurri sono saldamente al comando, davanti a Torino e Fiorentina. Le speranze delle inseguitrici crescono quando l'Atalanta inciampa due volte a cavallo tra la 16^ e la 20^ giornata, ma si tratta soltanto di una breve illusione. I ragazzi di Brambilla riprendono infatti la loro marcia verso la fase finale, raccogliendo ben 8 vittorie nelle ultime 10 partite della fase regolare, chiusa al primo posto con 67 punti, a ben +11 sull'Inter seconda in classifica. 

A causa degli impegni delle Nazionali giovanili, i bergamaschi si ritrovano costretti a dover affrontare la fase finale privi di alcuni degli elementi chiave della propria formazione: il portiere Marco Carnesecchi, il capitano Enrico Delprato e soprattutto Andrea Colpani, centrocampista con il vizio del gol (sono ben 10 i gol da lui realizzati in campionato). Nonostante l'alibi delle assenze, i nerazzurri non si piangono addosso e affrontano a viso aperto la semifinale con il Torino: è una partita bellissima e ricca di gol, che si risolve soltanto ai tempi supplementari con la doppietta di Ebrima Colley, che fissa il risultato sul 4-3 e porta l'Atalanta in finale. A separare la Dea dal trionfo ci sono i campioni in carica dell'Inter, pronti a giocarsi il titolo per il terzo anno consecutivo. La partita, giocata al "Tardini" di Parma, è combattutissima e la tensione sembra farla da padrona. L'Inter va vicinissima al vantaggio a metà ripresa con Esposito, la cui conclusione si stampa sul palo. Quando mancano ormai pochi minuti ai supplementari, sale in cattedra Dejan Kulusevski, che scappa via palla al piede e serve a Colley un assist al bacio per il gol dell'1-0 che decide la partita e il campionato.

Al triplice fischio scoppia la festa bergamasca per la conquista di uno Scudetto meritato e che premia l'ottimo lavoro svolto, negli anni, dall'Atalanta con il proprio settore giovanile. Un vivaio capace di sfornare, stagione dopo stagione, tanti giocatori già pronti per il salto nel calcio dei grandi e del quale proprio Kulusevski, a quasi un anno di distanza, ne è diventato il simbolo. Il talento svedese non ha minimamente sofferto il passaggio dalla Primavera alla Serie A, trascinando il Parma nella prima parte del campionato e guadagnandosi le attenzioni della Juventus, che ha versato 35 milioni nelle casse dell'Atalanta per portarlo a Torino. Ma anche altri giovani sono pronti a stupire: Carnesecchi, Zortea, Delprato, Elia e Colpani si stanno mettendo in luce in Serie B, mentre Piccoli, Colley, Cambiaghi e Traore (già a segno in Serie A) sono ancora dei punti fermi della Primavera di Brambilla e, chissà, magari anche dell'Atalanta del futuro. 

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