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Era il 6 febbraio 1967 quando il Bologna si imponeva per 3-2 sulla Fiorentina conquistando per la prima volta nella sua storia il Torneo di Viareggio. Un successo celebrato ma non glorificato, per una società in quegli anni abituata a primeggiare nelle competizioni disputate. Nello stesso periodo ma nella boxe, un certo Muhammad Ali, anch'esso leggermente avvezzo alla vittoria, pronunciava tre parole destinate a dar vita ad uno dei più celebri aforismi di sempre: "impossible is nothing". Una locuzione apparentemente vuota, evasiva, irresoluta: ma che, come ogni citazione, può essere interiorizzata solo vivendo particolari esperienze emotivo-sensoriali.

Se c'è una lezione che Bologna e i bolognesi hanno appreso dal 2019 è proprio quella impartita dal pugile statunitense: l'impossibile non è una regola, è una sfida. E tra le concrete dimostrazioni implicanti la veridicità della suddetta citazione, rintracciabile nella straordinaria cavalcata della prima squadra verso un'insperata salvezza e nella miracolosa e progressiva guarigione di Sinisa Mihajlovic, si fa spazio il Bologna Primavera. Nessuna iperbole: i ragazzi di Troise hanno compiuto una vera e propria impresa, rimpinguando una bacheca trofei oramai impolverata dagli ultimi infausti decenni. E lo hanno fatto sfidando la storia.

LA CAVALCATA

Gruppo A, girone 3: Bologna, Bruges, Ternana, Viareggio*. Questo è quanto emerge dai sorteggi del 12 febbraio 2019: qui inizia la cavalcata rossoblù.

L'esordio nella Viareggio Cup arriva circa un mese dopo, precisamente l'11 marzo 2019. E' un rigore di capitan Mazza all'88° a permettere al Bologna di sconfiggere un ottimo Bruges, conquistando i primi tre punti del girone. Due giorni più tardi si torna subito in campo, con gli emiliani impegnati nel match contro la Ternana. Troise cambia gli uomini ma non l'esito della partita, che vede i felsinei vittoriosi a seguito di un rocambolesco 3-2. Nonostante una qualificazione già ottenuta, i rossoblù non intendono abbassare la guardia; così, con un netto 3-0 rifilato al Viareggio nella terza ed ultima giornata della fase a gironi, consolidano il primato salendo a quota 9 punti in classifica. Ciò che impressiona di queste prime tre uscite è come il ricambio continuo di giocatori non influisca minimamente sul risultato finale. Utilizzando una definizione aritmetica: "cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia". Qualcuno inizia a pensare che il Bologna possa essere la rivelazione del Torneo, ma non ci dà troppa importanza: in fondo, è "soltanto" una squadra di Primavera 2.

Agli ottavi di finale i felsinei incontrano il Dukla Praga, storica compagine di questa competizione. I cechi infatti, possono vantare nel loro palmarès ben 6 vittorie del Viareggio ed intendono onorare la propria storia. Ma non c'è niente da fare: dopo un primo tempo di resistenza e fatica conclusosi sullo 0-0, anche i praghesi vengono travolti dall'onda d'urto bolognese. Stanzani prima e Cossalter poi regalano a Troise il quarto successo consecutivo e staccano il pass per i quarti di finale.

I quarti presentano uno scoglio chiamato Sporting Lisbona. I rossoblù sono chiamati ad una grande prestazione e, tanto per cambiare, rispondono presente: è un tap-in di Cossalter all'85° a decidere il match che candida ufficialmente il Bologna come seria pretendente al titolo.

La semifinale ripropone lo scontro che ha dato il via al girone 3 del gruppo 1: è ancora Bologna-Bruges. A questo punto i romanzieri potrebbero pensare ad un cerchio pronto a chiudersi con la vendetta dei nerazzurri e la conseguente eliminazione dei petroniani. Ma il romanzo rossoblù ha una struttura ciclica imperfetta e la partita in questione ne è la dimostrazone. Non basta questa volta il gol di Cossalter per accedere al turno successivo; De Kuyffer trasforma il penalty da lui stesso procurato mettendo a segno il definitivo 1-1 ed affidando l'estrazione della finalista alla lotteria dei calci di rigore. I ragazzi di Troise non sbagliano mai: così, dopo un'estenuante serie di 11 rigori consecutivi, è il tiro a lato di Vervaque a far volare il Bologna in finale.

L'atto conclusivo del Torneo di Viareggio vede fronteggiarsi Bologna e Genoa, in una sfida inedita quanto impronosticabile ai nastri di partenza. Il teatro della finale è lo stadio Alberto Picco di La Spezia; i liguri giocano praticamente in casa, forti anche del sostegno di centinaia di tifosi della Curva Nord. Se nel primo tempo a vincere è la paura, nel secondo la spinta dei supporter genoani trasmette al Grifone il giusto coraggio per iniziare a fare la partita. Difatti, dopo soli 11 minuti dall'inizio della ripresa Bianchi elude con una gran giocata la marcatura del diretto avversario e insacca il diagonale che porta in vantaggio il Genoa. Lo scorrere del tempo è nemico di un Bologna poco lucido, che vede la Coppa Carnevale allontanarsi sempre di più. Ma se è vero che la fortuna ha l'abitudine di favorire coloro che non dipendono da essa, non è difficile comprendere perchè abbia deciso di premiare proprio la squadra di Troise: all'89° minuto è proprio la dea bendata a deviare impercettibilmente in rete un tiro-cross del solito Cossalter, decretando il pareggio finale.

Nei tempi supplementari è la stanchezza a far da padrona, con entrambe le squadre visibilmente sfinite dai ritmi della competizione: si va, ancora una volta, ai calci di rigore. Questi sono forse lo strumento più incisivo inventato dal calcio per creare una totale connessione tra testa e gambe; la logica del gioco si ribalta, trasformando la partita in una sfida di nervi in cui il portiere ha tutto da vincere e il rigorista tutto da perdere. Così, sul risultato di 7-6 in favore dei felsinei, Petrovic si fa ipnotizzare da Fantoni: il Bologna è campione della 71^ edizione della Viareggio Cup.

*Viareggio inserito dopo la rinuncia dell'America de Cali

L'IMPOSSIBILE DIVENTA POSSIBILE

Al di là dei riconoscimenti personali (la premiazione di Fantoni come miglior portiere del Torneo e la vittoria del titolo di capocannoniere di Cossalter, per citarne due), ciò su cui è giusto porre l'attenzione è il collettivo.

"Questa è una vittoria del gruppo", affermava Daniele Corazza (responsabile del Settore Giovanile rossoblù) a pochi istanti dal termine della finale. Un gruppo di amici prima che di compagni, dotato di una mentalità vincente impartitagli da mister Troise e stratificatasi grazie ad un'impressionante continuità di risultati. Pensare che a trionfare potesse essere una squadra militante in Primavera 2 sembrava impossibile: nessuno ci era mai riuscito prima. Il Bologna Primavera ha sfidato la storia e ne è uscito vincitore. Perchè in fondo Muhammad Ali aveva ragione: l'impossibile non è una regola, è una sfida.

"In quei bellissimi due mesi abbiamo capito che la città ci stava seguendo: la gente mi fermava per strada per fare i complimenti e chiedere come stavano andando i ragazzi". 

(da "L'organizzazione di un Settore Giovanile: il modello Bologna", intervista di Daniele Corazza a MondoPrimavera.com).

Francesco Bianchi, MondoPrimavera.com

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