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Foto Martina Cutrona
Foto Martina Cutrona

Un punto che fa comodo eccome all'Inter di Christian Chivu nella gara di apertura della fase a gironi di Youth League. 2-2 contro un Bayern Monaco dominante nel corso della prima frazione e pressapochista nella ripresa. Decisivi i gol nerazzurri di Valentìn Carboni e del subentrato Kevin Curatolo.

Un cognome conosciuto e temuto

Sei 2005 nella formazione titolare, otto tra i sedici mandati in campo. Christian Chivu adotta la linea “verdissima” per risolvere i problemi della sua Inter dopo un avvio di stagione deludente in Primavera 1 (due punti in quattro gare). Ma la sua squadre legge il copione del match nella maniera opposta rispetto alla partita di domenica contro l'Hellas Verona, andando in svantaggio di due reti contro un Bayern Monaco totale. La squadra di Galm tiene sapientemente il pallino del gioco segnando due volte dopo aver sbagliato un calcio di rigore al 5': colpisce la traversa dagli 11 metri Arijon Ibrahimovic, che qualche minuto più tardi raccoglie la verticalizzazione sublime di Paul Wanner realizzando il gol del vantaggio. L'Inter trova così un nuovo Ibra rivale dopo il grande Zlatan, ma non è solo l'esterno d'attacco di sinistra bavarese a far paura: al 35' Kabadayi si libera in uno-contro-uno di Perin grazie ad un tunnel di suola, poi nella conclusione in porta Alessandro Calligaris la combina grossa. Intervento troppo leggero del classe 2005 all'esordio stagionale e assoluto in Youth League, con il pallone che gli passa in mezzo alle braccia con troppa facilità. Dopo la prestazione negativa e l'errore decisivo di Botis contro l'Hellas Verona, Chivu non trova sicurezze nemmeno dall'estremo difensore di Udine, che si candida comunque per una maglia da titolare nelle prossime gare dell'Inter.

Meglio in risalita che in discesa

Sale l'Inter e scende il Bayern nel secondo tempo, ma sono sempre le scelte di Chivu a sorprendere: dentro Owusu e Stabile per Iliev e Fontanarosa, sul punteggio di 0-2 i classe 2005 in campo per l'Inter sono ben otto di fronte ad una formazione zeppa di prospetti nella rosa della seconda squadra bavarese. Eppure i tedeschi non sono più gli stessi: scarichi, passivi, leggeri, offrono il fianco alla reazione dell'Inter che puntualmente arriva. La squadra di Chivu vinse lo Scudetto l'anno scorso con due rimonte tra semifinale e finale, lo svantaggio non è un problema fino a quando l'arbitro fischia tre volte: alla prima incursione in area di Martini, Carboni mette il piede dopo il cross respinto dal portiere avversario Schenck, riaprendo i giochi al 65'. Sull'onda emotiva del gol segnato entra Dennis Curatolo a battagliare come Francesco Pio Esposito non aveva fatto nel corso della sua gara. Inter corta, compatta  e reattiva, Curatolo si rivela il trascinatore dei suoi: su un'involata a campo aperto si crea lo spazio facendo a sportellate con i centrali avversari, poi la conclusione è precisa e letale: 2-2, cambiata completamente l'inerzia del match e le prospettive dei nerazzurri. Nella gara paradossale del “Breda” ci si mette anche l'arbitro Bilbija, che concede 7 minuti di recupero. Il match si conclude solo al 101' tra i crampi dei giocatori in campo, con un'Inter che nel secondo tempo ha buttato il cuore oltre l'ostacolo davanti ad una squadra più esperta e più in condizione: ma il punticino c'è, tra meno di una settimana si va in Repubblica Ceca ad affrontare il Viktoria Plzen.

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